Assolo Storico di Prince

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Assolo Storico di Prince - While My Guitar Gently Weeps

Nel 2004, durante la cerimonia di introduzione nella Rock and Roll Hall of Fame, un tributo a George Harrison ha dato vita a uno dei momenti più iconici della storia del rock. Sul palco, insieme a Tom Petty, Jeff Lynne e Dhani Harrison (figlio di George), un Prince apparentemente defilato ha rubato la scena con un assolo finale che ancora oggi viene considerato uno dei più grandi di sempre.

Il brano scelto era “While My Guitar Gently Weeps”, uno dei capolavori più profondi di George Harrison, scritto per i Beatles. L'arrangiamento era fedele all’originale, con un’atmosfera dolce e malinconica, finché Prince, con la sua iconica chitarra rossa e il suo stile inimitabile, è entrato in scena per il solo finale. Quella che sembrava essere una semplice esibizione commemorativa si è trasformata in un momento di pura magia.

Il suo assolo è stato un’esplosione di tecnica, espressività e teatralità. Con un mix di frasi blues, bending drammatici, vibrato profondo e uso sapiente delle scale pentatoniche, Prince ha raccontato un’emozione che ha travolto il pubblico. Ma ciò che ha reso questa performance davvero leggendaria è stato il modo in cui lui “suonava ogni nota come se fosse l’ultima”. Non era solo velocità o virtuosismo: era intensità, controllo del tempo e capacità di sorprendere.

Uno degli aspetti più affascinanti è stato il contrasto tra il tono pacato del brano e la furia controllata dell’assolo. Prince, che spesso veniva sottovalutato come chitarrista per via della sua fama di showman e polistrumentista, in quel momento ha dimostrato di essere tra i più grandi. E per chi aveva ancora dubbi, ha chiuso la performance gettando la chitarra in aria e lasciando il palco come solo lui sapeva fare: con teatralità e mistero.

Pubblicato ufficialmente su YouTube solo nel 2019, il video ha superato le 47 milioni di visualizzazioni, confermando quanto quell’assolo abbia toccato milioni di persone in tutto il mondo. È una masterclass su come suonare con l’anima, sull'importanza del fraseggio, del silenzio tra le note, e di come – a volte – una singola nota possa valere più di cento.

Questa esibizione non è solo un tributo a George Harrison. È anche un monumento al potere espressivo della chitarra elettrica, e all’immenso talento di un artista che, anche in soli tre minuti di assolo, sapeva raccontare un’intera vita.

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